Con una recente sentenza, la Corte Costituzionale che ha affermato che ai fini IMU si considera abitazione principale quella nella quale il contribuente risiede e dimora effettivamente, anche se il resto del nucleo familiare dimora in altro luogo.
La portata del pronunciamento della Corte Costituzionale ha scatenato l’interesse dei contribuenti coniugi che abitano in case separate e che vedono quindi la possibilità di beneficiare dell’esenzione IMU per entrambe le abitazioni. La Corte però, ha anche affermato che per poter beneficiare dell’esenzione in commento, entrambi i coniugi devono poter dimostrare il rispetto delle predette condizioni: residenza e dimora effettiva.
Il pagamento delle bollette attesta, ad esmepio, la dimora abituale
La condizione di residenza può essere certamente comprovata dalla certificazione comunale. Per il rispetto della condizione di dimora abituale, è necessario verificare alcune “sottocondizioni”:
- intestazione e pagamento di bollette per utenze domestiche (acqua, luce e gas) con consumi congrui ad un’occupazione dell’abitazione che non per forza deve essere giornaliera;
- scelta ed assegnazione del medico di base;
- prove testimoniali ad esempio dei vicini di casa, o degli addetti alle consegne a domicilio.
Il contribuente IMU interessato, può adesso chiedere il rimborso dell’Imposta versata al Comune, nel limite prescrizionale di cinque anni dalla data di versamento, per cui, faccia attenzione alla prossima scadenza del 16 dicembre, oltre la quale, potrà richiedere il rimborso a partire dall’acconto per il 2018.